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PICCOLO SALONE DEL LIBRO POLITICO (seconda edizione)

Le parole per farla. Utopie e orizzonti editoriali nella catastrofe del presente.

Se c’è molto (quasi tutto) da rifare e quel che vediamo intorno a noi non lascia luogo a dubbi, allora non possiamo far finta di nulla né rammentare le difese e le repliche che servirono trent’anni fa.

F. Fortini, 1977

È inevitabile. Nel pensare quali contenuti proporre per questa seconda edizione del Piccolo Salone del Libro Politico non può sfuggire la fredda considerazione che a un anno di distanza il mondo non è cambiato, se non in peggio. Se da una parte guerre e stermini non accennano a placarsi, dall’altra i sempre più profondi conflitti sociali vengono silenziati e repressi.

In poco più di un anno, il nostro dizionario si è arricchito di termini come riarmo, “pace con la forza”, effetto Trump, dazi, remigrazione, controllo dei programmi universitari, definizione legale di donna, rigenerazione urbana, etc. Sono vocaboli che lasciano intuire la violenza delle azioni cui fanno riferimento, nonostante l’ambiguità con la quale cercano di passare inosservati.
La costruzione e l’utilizzo di questo lessico non è però casuale. Al contrario, fa parte di una strategia politica mirata a veicolare una retorica pericolosa, dall’effetto anestetico che poco alla volta porta alla normalizzazione di pratiche oppressive, brutali e discriminatorie.
Ma se da una parte rifiutiamo questo linguaggio imposto, quali sono allora le parole che ci appartengono? Quali ci descrivono e ci fanno provare piacere quando vengono pronunciate? Quali parole e riflessioni, in definitiva, ci guidano verso un mondo migliore, diverso?

L’editoria è da sempre uno strumento centrale per comprendere il presente e costruire il futuro. Ci piacerebbe tornare a parlare di immaginari e di utopie, sforzandoci di superare le nostalgie, i cinismi e gli individualismi ai quali la contemporaneità sembra averci del tutto abituato.

L’invito alle case editrici è quello di riflettere insieme sul linguaggio e sulle parole che descrivono il presente, e sulle proposte per il domani. Durante le giornate del Piccolo Salone del Libro Politico vorremmo provare a costruire uno spazio aperto di discussione circa il ruolo che l’editoria possiede o può rivendicare, attraverso la forza delle idee che veicola e le parole con cui essa orienta il cambiamento. In un presente segnato dalle macerie, vogliamo guardare a quelle soggettività che, pur oppresse, non si sono piegate, ma hanno iniziato a cercare forme nuove di espressione. L’obiettivo è quello di far emergere le declinazioni delle lotte e delle resistenze che rifiutano di conformarsi allo scenario attuale, e che al contrario provano a ribaltarne il segno e il significato. Sentiamo l’esigenza di provare a scovare e intercettare queste voci e immaginari in grado di disegnare alternative radicali, concrete e desiderabili.

Per questa edizione proponiamo due fili conduttori intorno ai quali articolare il confronto e il dibattito tra noi, le case editrici, i lettori e le lettrici, con l’obiettivo di delineare possibili strade per una fuoriuscita dalla catastrofe che ci circonda. Due domande aperte, che non sono risposte preconfezionate, ma inneschi per una riflessione collettiva

PROGRAMMA

VENERDI’ 19 SETTEMBRE 2025 – 21,30

ORE 21.30
Performance
UMANƏ
Una performance per fare cose e vedere gente
Di e con Camilla Violante Sheller

SABATO 20 SETTEMBRE 2025 – ORE 14,00 – 22,00

ORE 14,30
Tavole rotonde con le case editrici
L’utopia delle parole. Quali nuovi linguaggi per opporci alla narrazione del presente?
Ne parliamo con
Millepiani + Eterotopia France, Mimesis, MomoEditore, Eris, Magmata, Eleuthera

 ORE 18.00
Dalle parole ai fatti. Una proposta politica?
Ne parliamo con:
Agenzia X, Shake, Zero in Condotta, Sensibili alla foglie, Mettermi, Milieu

DOMENICA 21 SETTEMBRE 2025 – ORE 11,00 – 18,00

ORE 16.00
Poetry Slam a cura del Premio Dubito